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venerdì 10 marzo 2017

Blog tour Festa della donna 2017

Benvenuti alla terza tappa di questo blog tour organizzato unicamente in occasione della festa della donna e che si protenderà fino al 14 Marzo, tenendovi compagnia parlandovi di una delle tante donne che sono rimaste nella storia o che hanno fatto la storia. Oggi ho il piacere di parlarvi di una donna che ha contribuito a rendere dignitoso l’universo femminile. Mi riferisco a lei, Charlotte Bronte, l’icona mondiale della letteratura inglese. Vi porto con me, indietro nel tempo, in brughiera… dove dopo un breve accenno sulla sua vita, mi vestirò, insieme a voi, nei panni di un’umile e curiosa giornalista italiana, scavando, per quel che potremmo, nel profondo delle Sue radici. Nata il 21 aprile del 1816 a Thornton, nello Yorkshire, Inghilterra, terza di sei figli, da Patrick Bronte, un pastore protestante di origine irlandese e dalla moglie, Maria Branwell (morta in età precoce a causa delle numerose gravidanze), Charlotte Bronte dimostra sin da bambina una spiccata predisposizione per la scrittura. 
A due secoli dalla nascita, cercheremo di penetrare nella vita segreta di Charlotte Bronte. Dopo un volo d’immaginazione, di non oso pensare quante ore, eccoci arrivati nella landa. Questo cottage che ci troviamo davanti, immerso nel verde, dovrebbe appartenere proprio a lei, alla signora Bronte! Che emozione! Il tempo non è dei migliori e, secondo varie fonti, l’atmosfera cupa e gelida della brughiera avrebbe forgiato la personalità della nota scrittrice. Quando faceva bel tempo, i piccoli Bronte correvano nella landa alla scoperta di una natura selvaggia e affascinante. Ma i lunghi inverni della brughiera, che duravano da settembre a marzo, non incoraggiavano certo le attività all’aperto. Busso al portone, sperando che qualcuno ci apra, ma purtroppo nessuno sembri invadere le quattro mura della casa e, quindi, accorgersi di noi. È presto per dichiarare resa: ecco che si avvicina a noi una donna, sembra dal volto conosciuto. Alcuni di voi si emozionano alla vista dell’illustre presenza di… Elizabeth Gaskell, una delle icone della letteratura inglese, nonché biografa della stessa Bronte, autrice di numerosi romanzi e di raccolte di racconti.
Dopo aver manifestato tanta stima e ammirazione per Lei, ricambiate con profonda gratitudine, le chiediamo di poterci dire qualcosa riguardo l’infanzia di Charlotte e delle sue sorelle.  Elizabeth Gaskell parla di bambini diversi da tutti gli altri, silenziosi, calmi, più interessati ai libri che ai giochi. La vita di Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell (pubblicata in Italia nel 1987, La tartaruga, Milano).
“Creaturine dai movimenti così misurati, così quiete e buone”. Ci dice la Gaskell. (La vita di Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell- La Tartaruga 1987, Milano).
Dal suo racconto, capiamo che Charlotte Bronte e i suoi fratelli passavano la maggior parte del tempo chiusi in casa sotto la guida della zia Elizabeth, venuta dalla Cornovaglia, a prendersi cura dei bambini dopo la morte della sorella. Unico loro passatempo, unica via di fuga, unica libertà non soggetta a restrizioni o divieti, era la lettura e l’esercizio della scrittura. La loro immaginazione, che non conosceva inverni, era una sorgente inesauribile di storie e di invenzioni. Le storie che più interessavano i piccoli Bronte erano storie di politica interna ed esterna. Dice la Gaskell, riferendosi alle parole di Mister Bronte: “Fin da piccoli appena seppero leggere e scrivere, Charlotte, suo fratello e le sue sorelle presero l’abitudine di rappresentare piccoli drammi composti composti da loro e il duca di Wellington, eroe di Charlotte, sempre riusciva vincente quando tra di loro si accendeva una delle solite discussioni sui meriti comparati suoi e quelli di Bonaparte, di Annibale e di Cesare”. La vita di Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell – La tartaruga 1987, Milano.
La Gaskell riporta poi l’episodio della maschera teatralmente usata dai piccoli Bronte in una sorta di gioco al padre, alla maniera di filtro comunicativo con il mondo esterno. Sappiamo che qualche decennio dopo, questo filtro, si tradurrà nella scelta, comune alle tre sorelle scrittrici, di darsi uno pseudonimo d’arte. “L’interno” è costituito dal piccolo mondo di fantasia creato a dodici manine dai sei fratelli, nei lunghi pomeriggi davanti al fuoco; “l’esterno” è il padre, Mister Bronte, che escogita l’espediente della maschera. A uno di voi, preso dalla curiosità, scappa dalla bocca un’osservazione che, in tutta sincerità, avrei voluto esternare anche io. Credo che tutti noi abbiamo pensato a quanto Mister Bronte, con le sue letture di politica estera, avesse in qualche modo influenzato e potenziato la dote delle figlie. Elizabeth Gaskell, trattenutasi più di quanto non avremmo mai immaginato (e di questo le siamo enormemente grati), chiede congedo da noi e, dopo un inchino, la vediamo entrare in casa Bronte. Alcuni di voi, commentano questo straordinario incontro uno di voi invece, spingendosi con l’immaginazione, scopre diversi libri che giacciano accanto al piede. Sono le quattro opere scritte da Charlotte Bronte, in rilegatura rigida:
  •  Jane Eyre, pubblicato nel 1847
  • Shirley, pubblicato nel 1849
  • Villette, pubblicato nel 1853
  • The Professor, scritto prima di Jane Eyre e rifiutato da molti editori, pubblicato postumo nel 1857
Non dimentichiamoci di Emma romanzo incompleto, scritto dopo "Villette", Charlotte scrisse solo i primi due capitoli, il romanzo è stato completato in seguito da una Another Lady uscito con il titolo "Emma Brown". Ci fu molta controversia su chi realmente Currer Bell fosse, e se si trattasse di un uomo o una donna.
Debbo ammettere che avrei voluto Miss Gaskell ancora un po’ con noi, ma sarebbe stato davvero scortese. Quindi se curiosità e immaginazione provengono dalla stessa fonte, cerchiamo di collegarli, e compattarli in un unico pacchetto. Immaginiamo di intrufolarci in casa “Gaskell” e, sul suo comodino in legno antico, scoviamo il libro che Lei stessa ha scritto sulla vita di Charlotte Bronte. Esploriamo le pagine, crogiolandoci in una vocina narrante che, in sottofondo, sembra informarci dei punti chiave della vita della Bronte. A tale voce, affibbierei quella della Gaskell!
Elizabeth Gaskell ritrae Charlotte così: “Era una quieta e pensosa fanciulla di quindici anni, dal personale molto minuto [ … ]. Le membra e la testa in armoniosa proporzione con l’esile, fragile corpo [ … ] soffici, folti capelli castani e occhi tutti suoi [ … ]. L’espressione abituale era di quieta, intenta intelligenza, ma, ogni tanto, per un qualche giusto motivo di intenso interesse o di sana indignazione, splendevano come se una lampada spirituale si fosse accesa e lucesse dietro a quei globi oculari espressivi”. Inoltre la sua compostezza, che dava al suo volto “la dignità di un antico ritratto di scuola veneziana”.
“Oh, cita Venezia, L’Italia!” Esclama con enfasi qualcuno di noi. Io mi giro, lentamente e soltanto dopo averlo adocchiato, gli faccio segno di tacere, ma una ragazza interviene subito dopo ed io non riesco a tenere la situazione sotto controllo. La sento dire: “Se è per questo in Jane Eyre, Charlotte Bronte cita anche Napoli!”. Il ragazzo non sembra così contento, e le risponde a tono: “Se è per questo cita anche Milano!”. La ragazza sembra irritarsi, ma per fortuna ha il buon senso di non proseguire quel dibattito, ritenendolo forse di poco conto o rinviandolo semplicemente fino a quando non saremo tornati in Italia. Tuttavia, in camera scende di nuovo il silenzio; scorrendo le pagine leggiamo che nel 1820 la famiglia si trasferisce a Haworth, vicino a Keighley, nello Yorkshire, in una modesta proprietà parrocchiale immersa nella brughiera. La madre Maria muore di cancro nel 1821, indebolita dalla nascita di sei figli in poco tempo, e i bambini saranno accuditi dalla zia materna, Elizabeth Branwell, e dalla fedele governante, Tabitha "Tabby" Aykroyd.
Nel 1824 Charlotte, assieme alle due sorelle maggiori, Maria ed Elizabeth ed alla sorella minore, Emily, viene iscritta alla Clergy Daughter's School di Cowan Bridge nel Lancashire, una scuola per figlie di ecclesiastici. Le condizioni assolutamente spaventose dell'istituto (vitto insufficiente, condizioni igieniche inadeguate) causeranno nel 1825 la morte prematura delle due sorelle maggiori di appena 11 e 10 anni e rovineranno per sempre la salute di Charlotte ed Emily.
L'esperienza sconvolgente vissuta a Cowan Bridge sarà rievocata, anni dopo, nel celeberrimo romanzo Jane Eyre: tutti i lettori vittoriani del romanzo non mancheranno di riconoscere, sotto le spoglie della Lowood School dove viene spedita Jane il famigerato istituto di Cowan Bridge. Tra il 1826 e il 1829, si nota la prima attività letteraria che venne iniziata insieme alle sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, al quale il Reverendo aveva donato una scatola di soldatini: i bambini crearono delle avventure fantastiche attorno a quelle figurine che vennero trascritte da loro stessi su minuscoli pezzetti di carta che minuziosamente cuciti a mano, formavano dei piccoli libri non più grandi di un francobollo. Charlotte e il fratello crearono la Glass Town Saga mentre Emily ed Anne inventarono la Gondol Saga.
Nel 1831 Charlotte viene iscritta alla scuola di Miss Wooler di Roe Head dove incontra la sua amica di lettere Ellen Nussey e ottiene ottimi risultati; qui riceve un posto come insegnante nel 1835 ma prima torna a casa nel 1832 dove contribuisce alla stesura di altri capitoli del gioco letterario iniziato con le sorelle e il fratello: porterà avanti questa attività fino all'età di 23 anni.
In seguito, per alcuni anni, Charlotte svolgerà la professione di istitutrice presso alcune famiglie aristocratiche. Nel 1842, insieme alla sorella minore Emily, si reca a Bruxelles per studiare francese. Proprio a Bruxelles, studentessa nel Pensionnat Heger, Charlotte si innamora del suo professore, Constantin Heger, figura tuttora rispettata e ammirata in Belgio, ma tale sentimento non è corrisposto da Heger, oltretutto già sposato. La delusione è profonda e mai completamente sopita (la tematica dell'amore tra il professore e l'allieva sarà presente in ben due romanzi su quattro).
Tornata in Inghilterra nel 1844 comincia a cullare il progetto di scrivere, insieme alle sorelle, alcuni romanzi. Nel 1847 tutte e tre le sorelle pubblicano i propri: Charlotte propone dapprima Il professore che viene rifiutato, poi Jane Eyre, subito accettato e dato alle stampe con lo pseudonimo di Currer Bell. Seguirà la pubblicazione di altri romanzi, Shirley (ambientato all'epoca del luddismo) e Villette (analogo, quanto a contenuto, a Il professore, ma forse con accenni autobiografici). Nel giugno 1854, dopo tensioni con il padre, Charlotte sposa il reverendo Nicholls. La felicità conquistata durerà poco poiché la donna si spegnerà l'anno seguente, in attesa di un figlio.


Chiudiamo il libro, un rumore sordo ci ha fatto trasalire a tutti. Qualcuno di voi si affaccia alla porta e ci comunica che, molto probabilmente, qualcuno è entrato in casa. Prima di andare via, vedo due di voi bisticciare fragorosamente. A quanto ho capito, vi state contendendo il libro sulla biografia di Charlotte Bronte, ma non c’è tempo, dobbiamo andare! E poi appartiene alla Gaskell, Cristo Santo! Quindi prima che qualcuno di voi possa farci scoprire da Miss Gaskell, scaccio via l’immaginazione e torniamo in Italia. Spero che questo viaggio temporale l’abbiate trovato divertente e interessante. Mi raccomando, continuateci a seguire perché vi ricordo che a fine Blog Tour, verrà fatta l’estrazione con i due libri in palio (uno cartaceo e l’altro ebook) appartenenti a una delle grandi donne della storia. 


2 commenti:

  1. Charlotte Bronte è una delle donne il cui animo è stato impresso nei suoi romanzi assieme ai caratteri stampati. L'immortalità sua e delle sue sorelle - e quella di tante altre autrici - sta nel sentirle nel cuore durante la lettura.

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