"Con i piedi per terra e la testa fra le nuvole, Emma iniziò a leggere..."

Chi sono

Mi chiamo Giulia Bacchetta. Sono nata a L'Aquila venticinque anni fa, ma ho trascorso la mia infanzia in un paesino di provincia: Montereale. Dopo vent'anni sono tornata alla mia città nativa in cui vivo ancora oggi. Sempre qui, ho frequentato le scuole superiori e poi l'università, in particolare la facoltà di scienze psicologiche applicate; sì esatto... psicologia! La passione per la psicologia è nata soltanto dopo aver provato una passione sproporzionata per la filosofia, non a caso è la disciplina da cui discende la psicologia. Sin da piccola ho dimostrato una certa predisposizione per la scrittura. Vorrei raccontarvi molti aneddoti a riguardo, ma ho paura di dilungarmi troppo. Posso dirvi però che già dalla scuola elementare scrivevo temi molto lunghi, per la gioia della mia maestra di italiano, la quale puntualmente si ritrovava a correggere lunghissimi temi a causa dei quali rischiava ogni volta di perdere l'autobus per il ritorno a casa. Rammento ancora le volte in cui, spaventata per l'eccessiva lunghezza del tema, si stringeva i capelli fra le mani, fino a arrivare alla decisione di riportare a casa il mio quaderno da correggere. (Sedici pagine erano forse troppe?)
A casa, in uno sgabuzzino dove radunavo tutti i miei giochi, c'erano barbie, bambole e cavalli, ma il mio gioco preferito era la macchina da scrivere di mia madre. (Che naturalmente mi veniva vietata di prendere, e che io categoricamente "rubavo" anche se mi veniva negata). Perché avrei mai dovuto rinunciare ad un gioco simile se si trovava nello stesso posto in cui avevo le mie barbie? Ho pochi ricordi nitidi della mia infanzia, ma questo rientra fra quelli per un semplice motivo: il dolore atroce che sentivo quando le mie piccole dita si incastravano all'interno degli spazi tra un tastino ed un altro, lo sento ancora oggi. Accidenti se lo sento ancora! Credo di aver avuto 7- 8 anni, ma quando ero più piccina era più facile scoprirmi, quel marchingegno, pesante e proibito, pesava più di me! Quando cadeva dalle mie braccia gracili con cui la stringevo, mia madre correva subito da me e di certo non mi risparmiava la solita ramanzina! Pian piano ho imparato a reggerla con più convinzione, temendo meno di essere scoperta da mia madre. Ogni tanto provavo a scrivere e quasi sempre mi fermavo dopo neanche aver riempito due righe: la macchina da scrivere mi attraeva, ma si prendeva gioco dei miei sentimenti, delle mie sensazioni, emozioni e sopratutto della mia tenera età. La trovavo davvero affascinante, un gioco sicuramente impegnativo, ma senza dubbio interessante. E non importava se trascuravo Ken e Barbie, lasciandoli chiusi nello sgabuzzino per giorni! Io ero Giulia, la bambina prodigio, colei che amava giocare alla piccola scrittrice. Tuttavia, era pur sempre una macchina di una certa età e sul foglio, con mio grande dispiacere, vedevo che le lettere cominciavano ad apparire sbiadite, stampate visibilmente a metà! Così cominciai a scrivere in due diari segreti. Quanti di voi non ne hanno avuto uno? Ma perché ne avevo due? Per una volta nella vita seguii un criterio: in un diario scrivevo le storie che immaginavo e nell'altro le sigle. Immaginavo, scrivevo e poi... pronti, motore... azione! Da piccola scrittrice mi immedesimavo subito in una piccola regista. Nello stesso sgabuzzino infatti, era custodita anche la videocamera professionale di mio padre che, come la macchina da scrivere, era severamente vietata! E che cavolo però... lo facevano apposta!? E anche per la videocamera, ovviamente, mi sono limitata a trasgredire la regola. Attraverso l'obiettivo oscurato (mio padre la lasciava sempre scarica), immaginavo il mio film e così il copione che avevo scritto cominciava a prendere vita; una vita diversa fatta di immagini proiettate dall'occhio della mente. Vista e immaginazione erano in perfetta armonia. Ho sempre avuto un rapporto particolare con la scrittura, per molti versi è stato travagliato, ma grazie a "Il codice dell'anima" di J. Hilman, sono giunta ad una sorta di compromesso con me stessa. Ma perché vi ho catapultato così profondamente nei miei ricordi? Potreste pensare che io sia una persona egocentrica, ebbene vi contraddirò subito. In tutte le cose è bene seguire un filo conduttore ed il mio filo è così lungo che se siete arrivate a seguirlo fino qui, non vi rimarrà molto per arrivare alla fine. La mia fine ha un nome e un cognome, diversi dai miei e contiene 173000 parole, 460 pagine, tanti personaggi - più antagonisti che protagonisti - insomma siete davvero sopravvissuti fino alla fine di questa lunga presentazione. Ho il piacere di presentarvi l'ultima parte di me: Emma Braccani. Vi do quindi il benvenuto nel blog che ho creato appositamente per lei, la mia eroina, colei che mi ha spinto a buttare giù pagine su pagine senza nemmeno accorgermene. Per chi non la conoscesse Emma Braccani è un'amica immaginaria, per cui ho scritto il mio primo romanzo intitolato Emma Braccani "perché io non posso" (per sapere di più vai a Emma Braccani perché io non posso). Come alcuni di voi sapranno già, la cara Emma ha la passione per la lettura e in particolare per la filosofia e la psicologia, ma oltre questo credo che siamo molto diverse. Da buon amante della psicologia, ho letto più saggi psicologici che romanzi, lei invece tutto il contrario: nutre un amore sconfinato per i romanzi. Quindi, a sua insaputa, ho deciso che quando il tempo me lo consentirà, mi intrufolerò nella sua camera dove custodisce gelosamente tutti i suoi libri. Prenderò qualche libro in prestito, sperando di mettermi a pari con le sue letture (anche se ne dubito) e scriverne successivamente , sempre su questo blog, un parere personale. (Nell'inserzione "Le mie recensioni"). Dalla sua libreria ruberò qualche buon libro da esplorare, sperando che non se ne accorga! Questo blog nasce anche per voi ovviamente, che vi siete avvicinate al mondo di Emma Braccani, perché io non posso e, naturalmente, per chi si avvicinerà. Ogni tanto mi diletto ad imitare voci, personaggi dei cartoni animati o di persone dello spettacolo in generale (ho un canale youtube "Giulia Bacchetta Channel). Credo che la scrittura e la recitazione siano in un certo senso correlate! (basti tornare a pensare ai miei giochi preferiti da bambina). Scrivi la storia, dirigi le scene con l'occhio della mente e ti impersoni nei vari caratteri dei tuoi personaggi. Nel novembre 2015, a seguito di un provino, sono stata ammessa all'Accademia di Arte Drammatica, in L'Aquila. Nello stesso periodo ho partecipato ad un concorso fotografico di beneficenza chiamato "Scatti di libertà" di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, i cui fondi sono stati devoluti all'Associazione "AIED". Tornando a noi, come avrete ben capito la storia di Emma è il mio mondo, ma da oggi vorrei che ne facciate parte anche voi. Be' allora non mi rimane che augurarvi una buona permanenza! Ah, quasi dimenticavo... mi raccomando: quando uscirete da qui, acqua in bocca con Emma! ;) <3



Era nero, prepotente ed anche irrequieto era lui, il daimon, il guardiano del mio destino. Quante volte l'ho scansato e al tempo stesso deluso, ma lui non è mai andato via...è rimasto accanto a me invocando sempre e costantemente la voglia di scrivere.

Giulia Bacchetta

3 commenti:

  1. Sono felice di far parte di questo blog.Ho iniziato a leggere il romanzo e devo ammettere che mi sta prendendo sempre di più. Ti seguirò con curiosità ed interesse anche qui e invito anche gli altri utenti a farlo, affinché imparino a conoscerti sia come scrittrice e soprattutto come persona, hai molto da dare! Auguri per questo nuovo blog :)

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    1. Grazie mille per il sostegno e per la fiducia, sei molto gentile. :) Sono contenta inoltre che il romanzo ti stia piacendo. Mi auguro di continuare a non deludere le tue aspettative. Grazie ancora. :)

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  2. �� Leggere il libro scritto da Giulia mi ha fatto provare e vivere grandi emozioni.... Andate subito a comprarlo
    e non ve ne pentirete.

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